Votazione 2016 Una grande vittoria!
Oltre alla consueta manipolazione mediatica, la politica dovrebbe iniziare a fare i conti con la realtà, eppure...
Matteotti assassinato.
Nella quasi totalità dei casi si è confermato che, il voto coinvolgente il 100% degli iscritti a votare, ha visto alle urne solo circa il 50% +/- che ha votato.
Di questo frammento di popolazione solo circa il 50% ha raggiunto la designazione del Sindaco o presidente del municipio.
Pertanto è esatto dire che, chi ci governa lo fa con il 25% della popolazione iscritta a votare, mentre il 75% diviso tra votanti che sono circa il 25% e, il restante 50% che è riuscito a superare l’influenza mediatica, rappresentano in in totale il 75% della popolazione iscritta a votare, ovvero la stragrande maggioranza.
Per governare pertanto basta il 25%, il che fa rammentare la Legge fascista del 1923 la famosa e semplice Legge elettorale Acerbi del 18 novembre 1923 proposta da Barone Giacomo Acerbi e passata in Parlamento.
Barone Acerbi |
La gravità attuale è pertanto evidente e incontestabile, ma questa sopraffazione se viene esposta ai politici essi, risponderanno che anche in paesi di “indubbia democrazia” questo avviene; pertanto bocche chiuse e si continua a mangiare!
no Comment! |
Il contrasto è evidente poiché riconosciamo l'impossibilità del passato post fascista, nel quale l’Impero della comunicazione dii Stato RAI gestiva le cose direttamente e indirettamente attraverso giornalisti e editori, sovvenzionati o accreditati quale eco di coinvolgendo e censura di opinioni e, altre fonti non gradite dimenticate di fatto dal limiti di accessibilità per impotenza organizzativa; oggi e da tempo, invece la politica ha i mezzi e la possibilità di coinvolgere le persone che da sempre ha trascurato, la maggioranza degli individui i quali non votando, ma sono ugualmente portatori d’istanze precise o verificabili.
Il 50% degli iscritti a votare, non votando, sono portatori d’istanze e motivazioni che rappresentano, da considerare e non dimenticate fuori dal Parlamento, come è da sempre avviene.
L’articolo 48 della Costituzione precisa che l’esercizio del diritto di voto “è dovere civico”
Già un dovere che è un termine che trasmette un senso di impegno morale o obbligo di qualcuno o qualcosa. L'impegno morale deve sfociare in azioni; non è una questione di sentimento passivo o semplice riconoscimento. Questo è diverso da imporre un dovere al popolo, annullando il principale dovere di una democrazia, che per essere tale ha il dovere di considerare ogni singolo individuo e predisporre i mezzi al fine che ognuno possa esercitare e confrontare la propria opinione e ragione.
Non esiste dunque un dovere civico di votare ma, piuttosto, un diritto fondamentale ad astenersi, al cittadino è riconosciuta non solo la scelta sul come votare, ma anche quella sul se votare e, alla politica spetta il dovere di comprendere e recepire le motivazioni della gente.
Interpretazione Democratica, per noi inesatta, che indica nel caso che il cittadino non voti come esso non risolva un dovere civico art.48 Costituzione è sbagliata e, non condivisibile nel termine democratico.
Questa obsoleta interpretazione stravolge il dovere civico sociale della politica, richiesto dall'impegno politico al fine di comprendere le istanze individuali dei singoli cittadini, rimettendoli al centro della attenzione quali esseri umani consapevoli e partecipativi, spostando cosi il dovere di comprensione e soluzione e presa in carico delle varie istanze individuali al fine di attuare un miglioramento della qualità della vita in generale.
La politica deve impegnarsi al suo compimento senza considerare il proprio interesse , il suo compimento, in genere, comporta che le esigenze della giustizia nella particolarità del rispetto individuale, avvengano in base anche al relativismo culturale, dove ogni individuo può realizzare la propria personalità attraverso la sua cultura, necessita quindi, il rispetto delle differenze individuali che implica il rispetto delle differenze culturali, Il rispetto per le differenze tra le culture è un confermato fatto scientifico, che si trova nei metodi di valutazione della qualità della cultura.
Negare una cultura oggi, a 50 anni dalla nascita della informatica è solo favorire una parte di prolazione il 25% a discapito del 75% per poterla soggiogare e ritardarne lo sviluppo.
Conseguentemente il non rispetto di queste norme morali e dei valori in relazione alla cultura da cui derivano le motivazioni personali, imposto come attualmente avviene, in modo che qualsiasi tentativo di formulare postulati che crescono con la tecnologia o codici morali di una cultura siano negati e inaccessibili al singolo individuo, riduce l'idoneità di ogni dichiarazione dei diritti umani per l'umanità nel suo insieme ".
La fattibilità pratica d’intervento politico e la possibilità inopinabile sia procedurale che pratica, necessita della revisione interpretativa e sostanziale dell’art. 48 della Costituzione.
Il danno prodotto alla Democrazia è ampio, strutturato dalla mancanza di trasparenza amministrativa e dalla conseguentemente difficoltà di acceso e interpretazione dei dati, il che semplificando nei termini , è come dire ad una casalinga di pagare per la spesa senza sapere quanto costa il prodotto e quanti soldi ha in tasca!
La manipolazione, la confusione dei media di massa ha agito e sta agendo al fine di poter mantenere e far subentrare Poteri politici programmati dai poteri già in carica e non dalla gente.
Chiarezza, trasparenza, facilita d'interpretazione, nessun ostacolo architettonico burocratico sono necessari come lo è un salto culturale che non estrapoli dal contesto sociale il solo 25% per farne la ragione assoluta!
Tucidide.